| Impensabile come in poco tempo cambino le cose, pensare che poco tempo prima era solo una tra tanti all'interno di quelle quattro pesanti mura di pietra le faceva partire un brivido lungo la schiena. Mille pensieri le attanagliavano la mente. Un tempo era tutto più semplice, senza responsabilità e doveri, mentre ora tutti gli occhi del Mondo Magico erano puntato su di lei, sulle sue scelte, su ogni parola che proferiva, su ogni persona che frequentava e su ogni cosa a cui prestava interesse. D'altronde la cosa aveva i suoi lati positivi, come la notorietà, ma soprattutto il potere. Se c'era una cosa che riusciva ad attrarre la sua attenzione era proprio quest'ultimo, ecco perchè essere li le causava non poca frustrazione, Hogwarts era il posto dove la sua autorità si sentiva meno, la Preside della scuola era ancora troppo indipendente e poco assoggettata al suo volere, ma le cose sarebbero cambiate. Prima o poi molte cose sarebbero cambiate. Si trovava nel grande parco della scuola, pronta ad essere ricevuta proprio dalla Preside per discutere di alcuni loro affari, era appositamente arrivata in anticipo per rimirare quello squarcio che tanto l'aveva stregata undici anni prima al suo arrivo. Con passo lento e calibrato era giunta nei pressi del lago, un occhio esterno avrebbe potuto dire che la sua era un'andatura elegante e sicura, di una persona che sta rimuginando intensamente su qualche cosa, la verità era che il suo equilibrio sui tacchi era davvero precario sul soffice manto erboso, e di certo non voleva che qualcuno la vedesse inciampare nel suo lungo abito blu notte in stile impero, sarebbe stata una figura impietosa per la neo Ministra. Giunta sulla sponda del profondo lago si fermò, lasciando che i lunghi capelli ondulati le ondeggiassero sulle spalle come danzando col vento, senza accorgersi di una presenza poco lontana da lei. Non era la prima volta che smetteva di prestare attenzione alle persone che aveva intorno, e non sarebbe stata nemmeno l'ultima, d'altronde da quando aveva lasciato la scuola aveva imparato fin troppe cose che ora le permettevano il lusso di ignorare chiunque, troppo conscia delle sue capacità per lasciarsi spaventare dal primo malcapitato che avrebbe poi assaggiato la sua bacchetta, e magari un tacco ben piantato in fronte. Chiuse gli occhi prendendo un bel respiro. Serviva uno svago, una valvola di sfogo su cui gettare la sua frustrazione. Non c'era altra soluzione.
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